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14 aprile 2023

Intelligenza Artificiale: etica e trend

Nell’ultimo periodo sono stati pubblicati svariati post su Linkedin e sono aumentate le ricerche sui principali browser: un misto di curiosità e avanguardismo ma anche ostilità e paura ha caratterizzato il dialogo intorno all’Intelligenza Artificiale.

L’attenzione generale si è concentrata quasi esclusivamente sulla presunta IA senziente di Google e sulle IA generative, condensandosi in particolare attorno a Chat GPT.

Risale infatti alla scorsa estate la dichiarazione di un dipendente di Google che affermava che il modello linguistico di Google, LaMDA, fosse in grado di dare risposte condizionate dall’amore, dalla sofferenza, dalla rabbia e, quindi, avesse la capacità di provare sentimenti. Tutte queste affermazioni sono state subito smentite dall’azienda ma ciò non ha impedito di far sorgere dubbi etici attorno alla questione.

Successivamente, OpenAI ha realizzato e reso pubblico Chat GPT, il modello linguistico basato sul deep learning, in grado di conversare su ogni tematica, dando risposte articolate e ben scritte. Il chatbot ha attirato fin da subito una forte attenzione su di sé: in meno di due mesi ha raggiunto 100 milioni di utenti ed è stata rilasciata una prima versione a pagamento, che permette di disporre di funzioni più sofisticate.

Ma l’Intelligenza Artificiale non è solo questo. Molte delle sue preziose applicazioni rimangono spesso sconosciute ai più. Alcuni esempi possono aiutare a comprendere gli impieghi concreti dell’Intelligenza Artificiale e i vantaggi che portano con sé, non solo a livello di impresa.



Settori di intervento e benefici concreti dell'IA

  • Settore agro-alimentare: in ambito agricolo è importante avere l’intuizione del momento giusto, ma spesso non basta. L’IA è in grado di raccogliere ed elaborare numerosi dati, rendendo possibile un’analisi attendibile e precisa dei fenomeni metereologici. La conoscenza di queste informazioni aiuta gli agricoltori a pianificare meglio il momento della semina e la gestione delle risorse. Anche la supervisione dei raccolti è favorita: attraverso la computer vision è possibile controllare con facilità eventuali danneggiamenti di piante e frutti e il livello ottimale di maturazione dei prodotti.

Le applicazioni concrete possono andare anche oltre: alcuni ricercatori dell’Università Cattolica hanno addestrato degli algoritmi su 408 campioni di olio di olive taggiasche, al fine di riuscire a dimostrare l’autenticità della provenienza dell’olio ed evitare frodi alimentari.

  • Ambito medico: i progressi dell’IA in ambito medico sono sempre più rilevanti. Il Machine Learning è stato impiegato più volte in cardiologia, nella rilevazione dei problemi del sonno, nell’integrazione di sistemi IoT in ambito sanitario e nella prevenzione di malattie e pandemie.

Recentemente, è stato denominato Sphinks, l’algoritmo in grado di analizzare proteine tumorali ed enzimi tipici delle cellule maligne. In questo modo è più facile riuscire a capire a quale famiglia appartenga il tumore e rallentare l’avanzamento della malattia. Alcuni ricercatori, invece, hanno sviluppato un’IA che rileva le fibrillazioni cardiache, individuando il rischio anche in assenza di anomalie in atto.

  • Tutela dell’ambiente e della fauna: l’IA può aiutare l’ecosistema, sfruttando le capacità di apprendimento degli algoritmi.

Ad esempio, alcuni studi hanno permesso di interpretare i suoni anomali emessi dai polli, cogliendo eventuali anomalie nella loro salute e nelle condizioni dell’allevamento ed intervenire di conseguenza. Un progetto simile è stato portato avanti anche con i coralli: attraverso il suono, gli algoritmi sono in grado di intercettare con un’accuratezza del 92% le parti di barriera corallina degradate, attraverso le loro stesse “canzoni”. L’obiettivo anche in questo caso è quello di individuare le parti danneggiate e ottimizzare la tutela dell’ambiente marino.

  • Conservazione e ricerca: presente e passato possono “stringersi la mano”: lo dimostra l’applicazione dell’IA per la tutela del patrimonio archeologico; un team di ingegneri italiani ha sviluppato un sistema di sensori basati sull’IA che, grazie all’adattamento alle condizioni meteo, riesce a tenere costantemente sotto controllo i reperti storici che giacciono sul fondo marino.

Di pari passo progrediscono studi e ricerche: secondo il Natural Computational Science, in un futuro non lontano l’Intelligenza Artificiale aiuterà l’astrofisica, integrando e analizzando in maniera agile i miliardi di dati provenienti da telescopi, antenne e altri strumenti che monitorano il cosmo.

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Il futuro tra timori, buoni propositi e regolamentazioni

C’è chi teme che la tecnologia finirà con lo spazzare via molti lavori odierni e che il progresso legato a queste innovazioni soffocherà la creatività umana.

Bisogna però considerare due fattori.

Ogni innovazione tecnologica, dall’invenzione del World Wide Web al lancio del primo vero Social Network nel 1997, ha causato perplessità, malumori e contemporanei entusiasmi: c’è chi ha iniziato a navigare e/o chattare trascinato dall’effetto “serendipity”, chi ha rimandato l’iscrizione a un social per timore di condividere la propria identità attraverso uno schermo.

Un altro elemento importante sta nel fatto che ognuna di queste epocali innovazioni ha portato con sé problematiche da risolvere, lati oscuri da disciplinare, usi più o meno corretti ed etici. Alcuni fra tutti, la perdita di dati sensibili e il linguaggio dell’odio.

Gli strumenti innovativi sono preziosi e possono essere impiegati, come l’IA, in molteplici campi con effetti migliorativi, ma altrettanto fondamentale è l’uso che se ne fa e le norme emanate per disciplinarli. E questo non dipende da un algoritmo, ma spetta all’intelligenza umana.

I primi passi sono già stati mossi. L’Unione Europea ha raggiunto un “orientamento generale” incentrato sull’importanza dell’uso dell’IA nella società moderna, un’IA che però deve essere sicura e rispettare i diritti fondamentali e i valori dei cittadini europei. L’indirizzo generale punta a vietarne alcuni usi e ne segnala altri da considerare ad altro rischio. L’agenda europea prevede ulteriori misure in merito che, probabilmente, non si faranno attendere ancora tanto.

A livello nazionale la Gran Bretagna, ad esempio, ha previsto la stesura di un documento che contenga principi guida per l’utilizzo dell’IA (sicurezza, responsabilità, trasparenza…). Inoltre, l’International Conference on Machine Learning ha bandito l’utilizzo di sistemi come Chat GPT per la stesura di articoli accademici. La strada da percorrere rimane ancora tanta, ma le intenzioni di agire sono già molteplici.

Autore

Veronica Remitti

Executive & Marketing Assistant in Aidia, laureata in Strategie della Comunicazione Pubblica e Politica, amante della natura e di tutto ciò che può essere raccontato.

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